Usate e gettate via come se fossimo niente…
Di Sara Arva
“La donna uscì dalla costola dell’uomo; non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.”
(Matthew Henry)
Iniziamo, parlando di un caso emblematico fra i tanti che purtroppo danno origine a questo argomento, la violenza contro le donne.
Il 9 agosto dell’anno scorso, una ragazza di 26 anni è stata presa e violentata vicino all’ospedale San Raffaele, a Milano. Stava andando a lavorare mentre ascoltava la musica con le cuffiette, aveva sentito una presenza dietro di lei, si è girata e ha visto il suo aggressore, pensava che fosse di corsa e gli fece spazio per passare, ma lui continuò a stare dietro di lei fino a quando non arrivarono davanti ad un fossato nel quale la spinse e la violentò.
E’ rimasta sconvolta: e anche se cercava di fermarlo e chiamare aiuto, quell'uomo continuava a dirle di stare in silenzio. La ragazza nell’intervista fattale dal Corriere Della Sera disse «continuava a ripetere quel suono fastidioso...Ssst. Ha detto soltanto questo per tutto il tempo: Ssst».
Da quando è successo quel fatto la ragazza è rimasta traumatizzata, e impaurita: «Ho tutte le paure del mondo. Mi spavento se un uomo mi fissa, mi spavento se un uomo viene verso di me, mi spavento se ho la sensazione di avere qualcuno alle spalle. Ho paura degli uomini.»
Noi donne non possiamo vivere la nostra vita così, non dobbiamo avere paura di tutto e di tutti, dobbiamo poter vivere anche noi la nostra vita tranquillamente.
L’ISTAT, l’istituto nazionale di statistica, ha seguito delle indagini in diversi anni per sapere in percentuale quante donne hanno subito violenza di tutti i tipi e ha scoperto che, in Italia, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Il 62,7% degli stupri è stato commesso da un partner o ex partner e questa indagine ha rilevato che le ripetute violenze del partner fanno soffrire le donne di perdita della fiducia e dell’autostima, soffrono d’ansia o hanno una fobia o degli attacchi di panico.
Sapere che così tante donne soffrono così tanto dopo quelle situazioni orribili, dovrebbe far riflettere molte persone, ma soprattutto, tutti gli uomini dovrebbero fare due conti con sé stessi per vedere cosa alcuni di loro stiano facendo a noi donne, e capire che il male che qualcuno commette non porta a niente.
Come tutti sappiamo, ogni anno c’è una giornata, il 25 novembre, contro la violenza sulle donne. Ma ci siamo mai chiesti come mai proprio il 25 novembre?
Beh, il 25 novembre del 1960, furono uccise tre attiviste politiche, tre sorelle (Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal) per ordine di un dittatore, Rafael Trujillo, nella Repubblica Domenicana.
Quel giorno stavano andando a visitare i loro mariti in prigione, quando furono fermate da alcuni agenti, prese, portate in un luogo nascosto lì vicino e furono stuprate, torturate e massacrate a colpi di bastone; poi gli agenti colpevoli di tutto ciò simularono un incidente buttandole giù da un precipizio. Perciò nel primo incontro femminista, nel 1981, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la giornata internazionale della violenza contro le donne in memoria delle sorelle Mirabal.
Quando sentiamo parlare di violenza contro le donne ci viene spontaneo pensare alla violenza fisica, ma ci sono varie forme di violenza, tutte con la stessa gravità…
La violenza fisica, è un atto guidato dall’intenzione di fare del male e di spaventare la vittima, la donna;
La violenza sessuale, per cui alla donna viene imposto di avere rapporti sessuali, contro la propria volontà. Questo fatto provoca nella donna delle ferite molto profonde, non solo fisicamente ma anche mentalmente.
La violenza psicologica: per fare capire, quando ci sono momenti di rabbia tutti noi usiamo parole che provocano, feriscono ma alla fine dei momenti di rabbia ce ne pentiamo. La violenza psicologica invece non è uno sfogo di rabbia momentaneo, ma è un tormento costante e intenzionale; chi lo fa, lo fa per sottomettere la donna, per mantenere il proprio potere e il proprio controllo su di lei.
La violenza economica che è difficile da descrivere come violenza, ma essa limita o addirittura impedisce l’indipendenza economica della donna.
Lo stalking, per cui lo stalker, che nella maggior parte delle volte è l’ex della vittima, vuole portare la donna in soggezione, vuole farla stare male compromettendo la sua serenità.
Quindi cosa possiamo fare, tutti noi?
Aiutiamo, aiutiamoci a superare tutto questo. Ad esempio, se qualche ragazza, donna, amica vi chiede una mano, un aiuto, datele tutto il supporto e l’aiuto che le serve, perché potreste aiutarla più di quanto voi possiate immaginare; oppure se voi stesse vi rendete conto che c’è qualcosa che non va, se c’è qualcosa che vi preoccupa o siete in una di queste situazioni, chiedete un aiuto, una mano ad una vostra amica, o una persona di cui vi fidate, perché loro vi aiuteranno e la situazione di sicuro cambierà in meglio.
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