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Assolto per mafia, “la casa dei diritti” deve traslocare: il caso a Nichelino

La “Casa dei diritti” di Nichelino deve traslocare. A seguito dell’assoluzione dei due

co-imputati, infatti, “il proprietario del bene ha chiesto la revisione del suo procedimento che ha portato alla restituzione del bene”.


Lo ha annunciato il sindaco di Nichelino, Giampiero Tolardo, che adesso chiede la restituzione dei soldi investiti nell’ex centro estetico in Largo delle Alpi, confiscato alla ‘ndrangheta nell’ambito dell’operazione Minotauro- Pioneer.


Non ci sembra consono acquistare un bene che passa attraverso questo tipo di storia – spiega Tolardo - per questo abbiamo deciso di optare per la restituzione dello stesso”.

Non solo. La paura del primo cittadino è che “questo episodio, il primo in Italia, possa scoraggiare la richiesta da parte degli enti locali e delle associazioni di assumere la responsabilità dei beni confiscati”.


Il rischio è “di far cessare i servizi pubblici e le attività delle associazioni che non hanno più un luogo in cui operare. L’Amministratore e la Regione Piemonte hanno impiegato denaro nella ristrutturazione del luogo e intendiamo richiedere almeno il rimborso degli investimenti effettuati per la manutenzione del bene, al fine di poter reinvestire questi fondi nelle associazioni che ad oggi sono dentro la Casa dei Diritti e che, da domani, non lo saranno più” conclude Tolardo.



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