Quanto ne sai sulla paura dell’imperfezione? L’atelofobia (dal greco “ateles”-imperfetto e “phobos”-paura) è la paura di non essere abbastanza capaci, di essere imperfetti. È classificata come un disturbo d’ansia che influenza negativamente le relazioni personali e fa sì che il soggetto si senta costantemente inadeguato, attraverso la perversa convinzione che tutto ciò che fa o dice sia sbagliato.
L’atelofobia, come qualsiasi altra fobia, può derivare da eventi drammatici subiti in passato che possono portare a incolparsi “dei propri fallimenti”. I sintomi possono essere più o meno gravi in base al soggetto che ne soffre. Essi nascono dalla mente ma si sviluppano attraverso il corpo, più precisamente attraverso la sudorazione. In ogni caso si possono creare tre classifiche diverse di sintomi: -i sintomi mentali (ad esempio la difficoltà a pensare a qualcosa che non sia la paura, la bassa autostima o la paura di svenire) -i sintomi emotivi (come rabbia, tristezza, senso di colpa,...) -i sintomi fisici (nausea, attacchi di panico, vertigini, vampate, tremore, battiti cardiaci accelerati, insonnia, respiro affannato) La domanda più frequente, però, è: chi è più a rischio? L’atelofobia è qualcosa che colpisce soprattutto il sesso femminile in quanto maggiormente vulnerabile e con maggior tendenza al pessimismo. Esistono delle cure? Se si, quali? In genere ciò che è consigliato è di consultare un medico che sonderà punti quali i sintomi e la loro gravità,le cause e modalità di insorgenza ,la differenziazione dall’ansia. Infine sarà quest’ultimo a decidere se far intraprendere o meno un percorso terapeutico al paziente. Nel caso in cui fosse necessario optare per la prima opzione la terapia tratterà tecniche di rilassamento o meditazione. Il medico psichiatra potrà anche scegliere di far intraprendere al paziente una terapia farmacologica in base alla gravità dei sintomi. Indipendentemente dalla gravità del sintomo, soprattutto nel periodo dell’adolescenza è normale non accertarsi per come si è o nutrire dei dubbi su se stessi; quindi non è detto che si soffra di questa fobia. Quindi il consiglio è non problematizzare tutto ma neppure trascurare le delicate fasi che attraversano la nostra crescita.
Alessandro Guadagna e Francesca Perrone
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