Di Giusy Amodeo
Oggi pubblichiamo la seconda tappa del nostro approfondimento sui disturbi alimentari. Per leggere il primo articolo cliccate qui.
Come detto la settimana scorsa, i disturbi alimentari si dividono in tre grandi categorie: bulimia nervosa, anoressia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata.
Oggi vorrei focalizzare la mia attenzione sull’anoressia nervosa, perché è una condizione
che, purtroppo, riguarda persone a me care, e sulla bulimia nervosa.
Per quanto riguarda l’anoressia nervosa tutto inizia quando ti guardi allo specchio e vedi in te enormi difetti, anche inesistenti, e per questo non ti accetti più.
Da qui inizi a contare le calorie che assumi, a pensare cosa devi mangiare, ad allenarti
pesantemente e tutti i giorni per perdere peso molto velocemente, a mangiare meno o
addirittura a non mangiare proprio, ti senti in colpa per ogni boccone che mandi giù e in
molti casi cerchi di espellere il cibo vomitando.
Tutto ciò che facevi prima come, banalmente, andare a mangiare una pizza con gli amici
ora la eviti. Chi soffre di anoressia è in continua lotta col cibo e con l'immagine di sé che
vede riflessa nello specchio. Una persona affetta da questa patologia anche se
magrissima, ridotta a pelle e ossa, continuerà a vedersi i fianchi larghi, la pancia gonfia e
la cosce grosse.
Purtroppo non tutte le persone affette da questa patologia si rendono conto di ciò che
stanno passando, non tutte riescono a confidarsi e a chiedere aiuto.
Se leggendo queste parole avete trovato riscontri e se conoscete qualcuno che ne soffre,
porgete loro la mano, rivolgetevi ad esperti come dietologi e psicologi. La salute psicofisica
di ognuno di noi è importante.
Cosa si intende invece con il termine bulimia nervosa? La bulimia nervosa è una patologia, più precisamente un disturbo del comportamento alimentare.
Di questa patologia abbiamo sentito parlare tanto in passato e, purtroppo, ne sentiamo
parlare anche oggi.
Questo fenomeno riguarda soprattutto le ragazze. Infatti c’è un rischio di circa nove volte
superiore che la bulimia si presenti nel genere femminile rispetto a quello maschile. Tra le
femmine la maggior parte dei casi si riscontra nelle adolescenti.
Ma quali sono le possibili cause?
Le prime cause si riscontrano soprattutto all’interno della società in cui viviamo che pone
standard di “bellezza” sempre più ristretti ed elevati.
Si crede per esempio che una ragazza magra corrisponda ad una ragazza perfetta.
Ma è veramente così?
Un’altra possibile causa è la presenza di un parente che ha sofferto di bulimia o che
continua a soffrirne.
Andiamo a esaminare più nel dettaglio questa malattia e le conseguenze che comporta.
Una persona affetta da questa patologia mangia, mangia fino ad abbuffarsi e dopo si
sente in colpa. Quindi per espellere il cibo ingerito spesso tende a indurre il vomito,
utilizza lassativi, digiuna e pratica intensa attività fisica.
Le conseguenze di questi atti sono diverse: si possono avere danni ai denti, un
ispessimento della pelle sulle mani (più precisamente sulle nocche), si può soffrire di
depressione, ansia, alcolismo, tossicodipendenza e, nel peggiore dei casi, si può persino
ricorrere al suicidio.
Si può uscire da questo tunnel buio? Se sì, come?
Bisogna assolutamente chiedere aiuto a esperti e iniziare la terapia cognitivo-
comportamentale.
Cos’è la terapia cognitivo-comportamentale?
È una terapia indicata per affrontare disturbi psicopatologici, come l’ansia.
Nel prossimo articolo parleremo dell’ultimo disturbo alimentare; sperando di poter essere utili anche solo per uno spunto di riflessione, vi aspettiamo!
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