Credo che a nessuno sia mai capitato di risvegliarsi su uno scuolabus completamente senza memoria, la mano intrecciata a quella di una ragazza seduta lì accanto e un ragazzino iperattivo di fronte che si diverte a far impazzire il coach. Questo però è proprio ciò che è successo a Jason. “Eroi dell’Olimpo - L’eroe perduto” è il primo libro di una delle tante saghe scritte da Rick Riordan.
Uscito negli Stati Uniti nel 2010 e in Italia nel 2013 è una sorta di spin off della prima saga dell’autore, ovvero “Percy Jackson”. Chi ha già letto i libri precedenti sa che narrano le avventure di Percy, un semidio figlio di Poseidone, accompagnato dagli amici Annabeth, figlia di Atena, e Grover, un Satiro.
I fan probabilmente sono rimasti dispiaciuti di non aver ritrovato il loro eroe in questo libro, ma nonostante ciò Riordan ha fatto conoscere tre nuovi protagonisti unici.
Leo, sempre occupato a costruire qualche strana nuova invenzione con i semplici oggetti tenuti nelle tasche del suo giubbotto. Anche se con un passato confusionario e turbolento cerca di essere il “comico” del gruppo buttando qualche battutina ironica qua e là. Piper, con poca stima di sé a cui crolla il mondo addosso quando, dopo vari incubi ricorrenti e la scomparsa di suo padre, scopre che il suo fidanzato non ricorda nulla di loro due.
E infine Jason, descritto quasi come un ragazzo perfetto, capelli corti, biondi e gli occhi azzurri, ma con un particolare inconfondibile: la cicatrice sul labbro che ha fin da piccolo. Colpito da questa amnesia improvvisa cerca di ricordare il proprio passato, cosa che gli riesce solo a tratti, in luoghi o momenti particolari.
A tutti e tre, mentre erano diretti al Gran Canyon per una gita scolastica, viene stravolta la vita, scoprendo che tutto ciò che fa parte della mitologia Greca esiste ancora.
Tre ragazzi sedicenni si ritrovano in un posto completamente diverso, il Campo Mezzosangue, un luogo di formazione per i semidei, che vengono allenati a combattere e affrontare imprese in giro per il mondo, e ancora non sanno che proprio loro saranno i prossimi.
Per tutto il libro i capitoli vengono alternati tra i punti di vista di questi tre eroi, al contrario della saga principale dove la narrazione è sempre portata avanti da Percy e mai da altri personaggi.
In questo modo è molto più semplice per il lettore immedesimarsi nelle sensazioni e nei pensieri di ognuno di loro.
Nicole @DeBoni
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