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GIOVANI MENTI AVVELENATE

Il Covid-19, ma non solo, gioca un ruolo importante nella formazione degli adolescenti

Prima la pandemia e ora la guerra, la salute mentale dei giovani ne risente.



Di Rebecca Callipari


 



Dal 2020 viviamo in una situazione precaria e anormale che nessuno avrebbe mai immaginato di vivere. A causa di una pandemia, abbiamo dovuto chiudere i battenti delle nostre case ad amici e parenti e proprio quando si scorge un raggio di sole, la scia di luce viene coperta dall’idea di una possibile guerra in Europa, idea che, in qualche settimana, si è trasformata in realtà. Tutto questo insieme di avvenimenti ha un impatto pesante su chi lo vive, ma sappiamo che gli adolescenti ne risentono maggiormente rispetto agli adulti. Questo perché a 15/16/17/18 etc… anni è incomprensibile il pensiero che la vita si debba fermare. Eppure è esattamente quello che è successo.


Sappiamo che il Covid-19 ha creato diverse situazioni e scenari terribili nella mente delle persone più giovani. Molti hanno sviluppato forti sentimenti di rabbia e ira verso il contesto della loro vita e verso se stessi. La rabbia sfocia, però, nella sfiducia e nell’indifferenza, arrivando ad una situazione per la quale un grande numero di ragazzi si fa frenare da pigrizia, svogliatezza e negligenza. E’ così che gli anni dominati da felicità e voglia di vivere si trasformano in anni di malumore, freddezza e insensibilità. Si creano stati di malessere che portano i giovani all'auto isolamento. I ragazzi si abituano all’idea del dover stare da soli tanto dal volerlo e dal desiderarlo quasi costantemente. Il 33% dei 4.935 adolescenti (tra gli 8 e i 19 anni) presi a campione da Skuola.Net preferirebbe restare a casa con il proprio cellulare, piuttosto che uscire e avere interazioni esterne. Questi stati di malessere, nei casi peggiori, portano all’autolesionismo, fenomeno esistente e non discusso abbastanza. 1 adolescente su 6 ha affermato di aver provato a sfogare il proprio dolore emotivo sul corpo e non parliamo solo di ragazzi over 16, ma anche più piccoli; infatti, si tratta di 1 ragazzo su 3, se consideriamo le ricerche svolte su ragazzi dagli 8 ai 13 anni.


Sintomi di depressione vengono rilevati in un numero di persone molto più alto rispetto a quello che si contava prima della pandemia. Non possiamo affermare che depressione e apatia non esistessero prima del 2020, ma possiamo dichiarare che non erano circostanze abituali o risentite. Non le definiamo, quindi, come sintomi. Sono conseguenze, conseguenze gravi che affliggono il futuro della generazione che verrà. Fa rabbrividire il pensiero che buona parte di coloro che tra una decina di anni dovranno prendere in mano il mondo risenta di queste forti e tristi emozioni. I loro sentimenti li guidano a fare scelte che magari non avrebbero preso in altre circostanze, chissà come sarebbe cambiato il destino in quel caso.


Specialisti affermano, però, che, nonostante tutte le ricerche e i sondaggi svolti, gli adulti tendono a prestare poca attenzione agli effetti che i lockdown hanno avuto sui loro figli. I loro problemi vengono sottovalutati e, non per niente, il 40% dei ragazzi e il 60% delle ragazze affermano che nessuno sarebbe in grado di capire il loro stato d’animo. Gli adolescenti non solo si sentono arrabbiati e delusi, ma si aggiunge il pensiero dell’incomprensione, che si trasforma inevitabilmente in un sentimento di solitudine.

Fortunatamente, quasi tutti i giovani che attraversano queste situazioni non si fanno problemi a condividere cosa provano e ammettono di aver bisogno di aiuto. Molti si rivolgerebbero ad uno psicologo.


La situazione appena descritta, però, si applica solo a quello che è stato e che ha causato il virus. Quindi, se all’inizio dell’articolo parlavamo di chiusure a causa di una malattia, la sua fine la dedichiamo a ciò che potrebbe provocare la guerra. Non si hanno dati certi sulle conseguenze di questo nuovo conflitto, data la sua novità e attualità. Sperando che la storia non venga segnata più di quanto già non lo sia da questo nuovo scontro, osserviamo gli stessi giovani di cui abbiamo parlato prima combattere per ciò in cui credono. Le città di tutto il mondo offrono solidarietà e ospitano grandi manifestazioni.


Il futuro è nelle mani di chi non sa che cosa lo aspetta. Una settimana aggiuntiva alle vacanze di carnevale si è trasformata in mesi di isolamento e un conflitto politico si è trasformato in una vera e propria guerra. L’ansia, la depressione e tutti i nomi che gli diamo non si crea dal nulla ma, in questo caso, dal non potersi immaginare con che notizia ci si sveglierà il giorno dopo. E’ fondamentale lottare affinché a nessuno venga strappato un altro pezzo di vita ed è importante intervenire sul fronte psicologico che distrugge e divora sempre di più l’umore degli adolescenti. Si deve tornare a respirare e a vivere per ricordarsi come ci si sentiva prima, quando non c’erano limiti. E’ necessario scoppiare la bolla creatasi durante questi ultimi anni prima che scada il tempo e prima che sia troppo tardi per uscire dallo sconforto.


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