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Gruppi Telegram: intervista anonima ad una vittima

Di Gaia Muratori e Giulia Sapia

 

Al giorno d’oggi si sente sempre più spesso parlare di ragazze vittime dei gruppi

Telegram, dove avvengono scambi di profili social, fotografie e molto spesso anche di indirizzi e numeri di telefono delle dirette interessate, tramite delle chat con molte persone che fanno circolare screenshots con le informazioni sensibili.



 

Grazie ai social, però, siamo riuscite ad interagire con una ragazza, vittima di uno scambio di dati personali, che si è offerta di rispondere ad alcune domande e ci ha dato qualche consiglio, spiegandoci come affrontare queste situazioni sgradevoli e superarle con l’aiuto di chi abbiamo intorno.

La situazione di questa persona, a differenza di molte altre è un po’ più grave: alcuni uomini hanno mandato su una chat di Telegram alcuni suoi video privati e anche il suo indirizzo di casa, aggiungendo poi commenti poco piacevoli sul suo corpo. Non contenti, però, hanno avanzato una proposta, ovvero quella di radunarsi tutti durante la notte sotto casa sua per aggredirla.

La segnalazione è arrivata tramite un suo follower che le ha fatto presente questi scambi di dati; immediatamente si è sentita smarrita, disgustata dai comportamenti di questi uomini, arrabbiata e piena di vergogna per ciò che le era capitato.

La prima cosa da fare in questi casi è segnalare l’accaduto alle forze dell’ordine, con la speranza che intervengano in fretta, e dopo provare a sensibilizzare le persone attraverso vari canali di comunicazione.

Le uniche precauzioni che si possono adottare per evitare questi eventi sgradevoli consistono nel non fidarsi mai troppo di chi abbiamo intorno e non diffondere nostre foto personali o intime ed informazioni private.

Ciò che però ha dato molta forza alla nostra intervistata è stato avere l’appoggio delle persone che la circondano, che l’hanno aiutata a superare questa situazione dandole supporto, soprattutto le sue followers sui social, che non l’hanno mai abbandonata.

Secondo lei una cosa molto importante da fare sarebbe quella di sensibilizzare su questo argomento, perché è ancora troppo poco conosciuto: le persone dovrebbero iniziare a essere al corrente di ciò che succede, bisognerebbe prendere posizione e cercare di far cessare queste situazioni pericolose.

Questi eventi non dovrebbero mai essere messi in secondo piano, poiché oltre al rischio di violenza fisica, è soprattutto quella psicologica che le vittime, giorno dopo giorno, subiscono.


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