Di Giada Riggio
Da anni si sente parlare del fenomeno del bullismo.
Si manifesta soprattutto nelle scuole o sulle piattaforme sociali (identificato con il nome di Cyberbullismo). Ma perché avviene questo? Si sa bene che l'adolescenza non sia facile; un teenager si sente costantemente "minacciato" e insicuro; quindi sente il bisogno, in qualche modo, di trovare un'ipotetica soluzione per questo senso di disagio.
Tre differenti tipologie di persone compongono l'insieme “bullismo”: il bullo, la vittima e lo spettatore. Il bullo è colui che, spesso, per nascondere il suo lato più debole, tende ad attaccare le persone che lui stesso etichetta come "sfigati". Le vittime sono coloro che subiscono la violenza, che sia verbale o fisica. Ed infine ci sono gli spettatori, ovvero chi guarda l'atto, spesso senza fare o dire assolutamente niente.
Ma perché guardare e non agire? Perché scattare foto o fare video? Per divertimento? Perché concentrarsi su questo anziché chiamare aiuto? Per loro in quel momento potrebbe anche essere divertente ma in realtà non è altro che un comportamento da persona insicura e spaventata, ovviamente di prendere le difese del bullizzato, quindi di mettersi contro al bullo.
E perché non reagire? La risposta è semplicemente la paura. Molte volte avviene tutto così velocemente che il cervello fa un po' di fatica a reagire in modo istantaneo, quando poi succede l'atto è quasi sempre già terminato.
Ora faccio una domanda a voi. Non è meglio trasmettere felicità e fiducia anziché odio e rabbia? L'atteggiamento di un bullo è spesso alimentato da problemi familiari o di altro tipo, che lo fanno stare male, ma ovviamente scaricare la rabbia verso persone innocenti non è mai la soluzione.
Ho visto e anche a volte subito atti di bullismo e non la descriverei di certo una cosa piacevole. Ma d’altra parte esperienze di questo tipo possono influenzare positivamente sul carattere delle vittime, fanno scoprire loro tenacia e determinazione. Nonostante ciò, però, il bullismo è una cosa che deve finire, una persona deve avere il diritto di sentirsi libera e di essere e di vivere come più desidera, senza la costante paura/ansia che qualcuno possa tormentarla o sminuirla.
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