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L'Armenia non è un paese per giovani

La giornalista Chiara Genisio, amica della redazione di Erasmondo, ci racconta gli incontri di un suo recente viaggio in Armenia per verificare i progetti finanziati dalla Chiesa Cattolica con le donazioni dell’8 per mille. Chiara ci aveva anticipato alcune riflessioni lo scorso 26 settembre, durante l’evento di presentazione del terzo anno di vita del nostro giornale, che si è svolto nell’auditorium dell’Erasmo. Ecco a voi alcune estratti del pezzo pubblicato dall’Agenzia AGD.



 

L’Armenia è un paese che ha più cittadini sparsi per il mondo, quasi dieci milioni, che in Patria dove vivono in tre milioni. Ogni persona in Armenia è figlio, nipote o pronipote della tragedia di Metz Yegern, il genocidio avvenuto nel 1915, un anticipo di quello che poi è accaduto con il nazismo. Un museo struggente racconta la tragedia, anche se c’è ancora chi nel mondo non vuole riconoscere il “genocidio”. Gli armeni oggi sono un popolo di anziani, i giovani fuggono in cerca di un futuro migliore. All’aereoporto il momento del distacco è duro per molti, si vedono i volti rigati dalle lacrime di chi parte e di chi resta. Qui anche un piccolo aiuto rappresenta una grande ricchezza. Una opportunità per cambiare in meglio, la

certezza di non essere abbondonati. Il sostegno della Chiesa italiana in Armenia che può sembrare una goccia, è invece felicità e futuro per tante persone. E’ quanto ha potuto constatare la delegazione di giornalisti italiani della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) giunta in Armenia per scoprire i progetti finanziati con i soldi dell’8 per mille.

Commovente l’incontro con gli anziani e i bambini che vivono ad Artashat, città al confine con la Turchia, dove la Chiesa cattolica armena con la Caritas ha attivato due progetti. Uno staff di una ventina di persone ogni giorno garantisce a oltre una cinquantina di anziani l’assistenza domiciliare, li aiutano a lavarsi, li assistono, ma soprattutto alleviano la loro solitudine. Il Centro “Piccolo Principe” accoglie bambini e ragazzi soli: studiano, giocano, imparano a cucire o a disegnare. A Gyurmi, la Caritas ha avviato un Centro diurno per anziani e il progetto “Caldo inverno”, con cui pagano le bollette per riscaldare le case quando le

temperature scendono anche a meno 30 gradi. […]

La solidarietà di molti italiani può cambiare la vita di molti armeni, come è accaduto per gli abitanti di Ashotsk e per l’ospedale dei camilliani ‘Redemptoris Mater’. Dal 1992 lo dirige padre Cuccarollo, camilliano, vicentino di origine, nonostante viva in questo angolo dell’Armenia dal 1992 ancora parla l’italiano con l’accento del Nord, e non ha mai imparato l’armeno e neppure il russo. “Non mi sento missionario, vivo nel più antico paese cristiano”, ci tiene a precisare. Gli brillano gli occhi quando illustra la struttura, un edificio di 5000 metri quadrati, vi lavorano 140 dipendenti. E’ il punto di riferimento di circa 13mila persone, ma a curarsi arrivano anche dalla capitale. Ogni reparto è lindo ed accogliente. Un ospedale molto importante per questa zona, rappresenta l’unica attività che offre lavoro in tutto l’altipiano,

e fornisce un servizio immediato di assistenza sanitaria. Una struttura che ha un bilancio di circa 600mila euro all’anno, a pareggio anche grazie all’aiuto di molti italiani, la generosità ha mille forme e arriva sempre nelle mani di padre Cuccarollo. […]

“Ogni volta che mi sono trovato in difficoltà economica è arrivato un aiuto, un nuovo sostegno”, afferma sereno padre Mario e di fondi ne ha bisogno considerato che tanti servizi dell’ospedale vengono offerti gratuitamente. Una grande cosa in questa zona, dove il lavoro nei pascoli permette solo la sussistenza.


 

Chiara Genisio

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