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La DAD, un anno dopo

Di Sara Cavallo

 

In questi mesi si è tanto parlato di DAD, acronimo di Didattica A Distanza. Durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, infatti, il Ministero e i Dirigenti Scolastici si sono trovati a dover cercare dei modi che potessero garantire a noi studenti l’accesso alle lezioni da casa invece che tra i banchi di scuola. Ma cosa ne pensiamo noi che ci siamo trovati a dover utilizzare, da studenti, quelle piattaforme?

 

 

Alcuni hanno trovato tanti benefici con questo nuovo modo di fare scuola, mentre altri hanno faticato dal primo giorno e non vedevano l’ora di tornare alle “vecchie abitudini”, anche se non completamente. La DAD ha avuto un impatto importante sulla vita degli adolescenti, poiché la scuola rappresenta una delle principali esperienze dell’adolescenza. La didattica ha tolto il legame fisico con la classe e con i compagni e questo ha portato a far sentire noi ragazzi più soli. Oltre ad averci tolto la scuola, la pandemia ci ha anche tolto la libertà di uscire con gli amici e di vedere i nostri famigliari. Soprattutto a quest’età è importante svagarsi e avere un momento dove divertirsi per staccare un po’ da tutto il resto, ci siamo sentiti come chiusi in gabbia. La dad ha provocato anche attacchi di panico e molti studenti hanno considerato l’idea di lasciare la scuola. Il 28% degli adolescenti ha dichiarato che dall'inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola. Tra le cause principali delle tante assenze degli studenti durante la dad ci sono la connessione scarsa, la mancanza di concentrazione e la mancanza di dispositivi per tutti i componenti della famiglia. Ma, anche se la metodologia della didattica a distanza ha degli svantaggi, è comunque una risorsa importante perché ha risposto alle necessità del momento.

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