"Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un'idea". Sono parole di Guglielmo Jervis - per tutti Willy - ex ingegnere dell'Olivetti di Ivrea, partigiano dal 1943, condannato a morte dopo l'arresto, nel marzo del 1944. Si avvicina la festività del 25 aprile, per tutti la Festa della Liberazione. Nel 1945 l'Italia usciva dalla morsa del nazifascismo, dopo cinque anni di guerra, di cui due di guerra civile. Sono parole che tornano tremendamente attuali in un Paese, l'Italia, alle prese coi fantasmi del passato, perennemente avvelenato dalle divisioni nelle sue componenti, a tutti i livelli. La forza di un'idea: di gente che ha immolato la propria vita in nome di concetti oggi bistrattati come libertà, democrazia. Di gente che si è spesa per lasciare alle generazioni future, quella dei nostri nonni, dei nostri padri, la nostra, un Paese giusto. Il 25 aprile è la festa degli Italiani e delle Italiane, di tutti. Ed è anche la festa dei morti in nome della libertà. Ed è infine, ma non per importanza, la festa della Nostra Repubblica e della Costituzione. Nel nostro Paese, sgangherato e a volte un po' in contraddizione, sono valori da recuperare e portare avanti ogni giorno. Buon 25 aprile.
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