Rebecca Ferraioli, Aurora Galletta
“La regina degli scacchi” (o Queen’s gambit in inglese) è una miniserie americana uscita sulla piattaforma di streaming Netflix nell’ottobre 2020 e tratta dall’omonimo romanzo di Walter Tevis. La serie, composta da soli sette episodi e ideata da Scott Frank e Allan Scott, vede come attrice protagonista Anya Taylor-Joy nel ruolo di Beth Armon. Nel cast troviamo altri nomi famosi come Thomas Brodie-Sangster, conosciuto per il suo ruolo nella trilogia cinematografica di “Maze Runner”, e Harry Melling, noto per il ruolo di Dudley Dursley nella saga di “Harry Potter”.
La trama segue la protagonista nelle varie fasi della sua vita, dall’infanzia, vissuta in un orfanotrofio, alla età adulta, focalizzandosi sulla sua crescita come scacchista ma non solo: Beth infatti cresce anche come persona, impara ad affrontare i problemi e con il tempo supera le sue resistenze a lasciare avvicinare le persone, e ciò la aiuta nel suo percorso come campionessa.
La serie affronta nei diversi episodi temi molto delicati, come le dipendenze, la salute mentale, la perdita delle persone care e la difficoltà ad elaborarla, esplorando queste situazioni e i loro effetti non solo sulla vita delle persone adulte ma anche su quella di bambini e adolescenti, proprio attraverso le esperienze di Beth.
Nonostante tutto però il punto focale della serie rimane di sicuro il mondo degli scacchi, e proprio dalla comunità scacchistica “La regina degli scacchi” ha ricevuto più riscontri positivi. Questo perché le partite viste sullo schermo – che sono sempre giocate dagli attori, anche quando del personaggio si vedono solo le mani – sono una buonissima rappresentazione di partite realmente giocate da veri maestri. Ciò è stato reso possibile grazie alla presenza sul set del grande scacchista Gary Kasparov nel ruolo di consulente.
La rappresentazione del gioco è stata realizzata così bene che, dopo l’uscita della serie, il numero di persone intenzionate a imparare gli scacchi è cresciuto esponenzialmente, portando un incremento nella comunità degli scacchisti che aveva già tanto appoggiato il programma.
Non si può negare che questa serie sia l’ennesimo capolavoro del gigante dello streaming e che sia velocemente diventato uno dei suoi cavalli di battaglia.
Come scrive Walter Tevis nel suo libro: “Esiste tutto un mondo in quelle sessantaquattro case. Mi sento… sicura, lì. Posso controllarlo, posso dominarlo. Ed è prevedibile. So che se mi faccio male è colpa mia.”
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