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Superstizioni e luoghi comuni

Martin Lutero scrisse che “la superstizione, l’idolatria e l’ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la verità va in giro a chiedere l’elemosina”.

Ci siamo mai chiesti che cosa sia la superstizione e perché sia entrata a far parte delle nostre vite?

 

La superstizione è una compagna di viaggio che ci assiste sin dall'albore dei tempi. Si tratta di una credenza irrazionale dettata dalla paura e dal bisogno di avere risposte facili e immediate, che ci possano dare conforto e sicurezza nell'affrontare ciò che ci sembra ignoto. Il concetto di fortuna, considerata come una “ruota che gira”, ci imprigiona nell'idea che nessuno di noi possa realmente avere controllo sulle proprie scelte di vita, se non abbiamo un oggetto o un “rituale” che ci assicuri il favore della sorte. La credenza popolare rappresenta solo un insieme di azioni e pensieri volti a dare un significato a situazioni che accadono per caso o a eventi di natura incomprensibile. Il bisogno di credere in determinati “riti” e simbologie ci fa sentire padroni di una sicurezza che allo stesso tempo ci rende schiavi della superstizione.

Come reagisce il nostro cervello a tutto questo e quali sono i lati positivi?

I gesti scaramantici ci illudono di poter “scappare” dalle braccia del fato. Questi gesti ripetuti, come ad esempio toccare il ferro o non passare sotto a una scala, ci aiutano a ridurre l’ansia di non avere dalla nostra parte la famigerata dea Fortuna.

Ma quali sono i veri lati oscuri della superstizione?

La situazione inizia ad essere fuori controllo dal momento in cui le azioni scaramantiche si trasformano in vere e proprie ossessioni. Queste manie portano il soggetto ad atti compulsivi che non seguono una logica ordinaria. Si arriva a credere che le azioni “scaccia sfortuna”, ripetute senza sosta, possano assolvere al compito di proteggere se stessi e le persone che si amano. Il fenomeno viene chiamato DOC superstizioso e nasce dal pensiero magico da cui derivano tutte le superstizioni che noi conosciamo.

Magia e superstizione, come accennato all’inizio, erano presenti anche nell’antichità. Grande importanza era attribuita nelle società antiche alle arti divinatorie, che si pensava permettessero ai sacerdoti di comunicare con gli dei e diffondere il loro volere sulla Terra. I Greci introdussero il termine “magia” quando entrarono in contatto con i Persiani, che veneravano il loro mago-sacerdote. Erodoto riteneva che i maghi fossero una società segreta dedita a compiere riti propiziatori e a formulare profezie per conto dei re. Per queste ragioni i Greci consideravano i maghi come delle figure negative. Il popolo romano invece era molto scaramantico: i Romani consideravano di cattivo augurio, ad esempio, versare il vino sulla tavola o far entrare un cane nero nelle loro proprietà. Plinio il Vecchio affermava che la magia era un’arte temibile e perversa.

Oggi è soprattutto nel mondo dello spettacolo che la superstizione sembra essere molto diffusa. Gli attori forse sono considerati le persone più scaramantiche che possano esistere. Molte superstizioni accompagnano i loro spettacoli, come ad esempio non vestirsi di viola quando si è sul palco o non gettare il copione per terra. Inoltre l’unico augurio accettato è “merda”.

Anche nel mondo della musica la scaramanzia non manca, tanto che molti cantanti hanno ricevuto l’epiteto di “portatori di sfortuna” sia in Italia che nel mondo.

La celebre cantante italiana Mia Martini fu definita portatrice di mala sorte a causa di un episodio in particolare che diede adito a queste false accuse. L’artista infatti, dopo un suo concerto, rimase coinvolta in un incidente stradale che causò la morte di due musicisti che erano con lei. Da quel giorno le dicerie sul suo conto iniziarono a diffondersi fino a soffocarla, portandola allo stremo delle forze e alla sua tragica fine.

Sempre parlando di musicisti, un’altra vittima di questo tremendo circolo vizioso è Drake, artista di fama internazionale, che in quest’ultimo periodo è stato accusato di portare sfortuna tra gli atleti delle partite a cui ha partecipato come tifoso.

Questo è il potere che hanno le parole e la superstizione è una delle armi che le rende distruttive.

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