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Vladimir Luxuria si racconta: le sue dichiarazioni nella giornata contro l'omofobia

Il 17 maggio, la nostra redazione ha partecipato a "La scuola per tutt3", un evento organizzato dal Comune di Torino e dalla Città Metropolitana per la giornata internazionale contro l'omofobia e tutte le discriminazioni di genere. Nell'evento, che ha coinvolto oltre alla 4BG dell'Erasmo da Rotterdam anche altre scuole del torinese, c'è stato un bell'intervento da parte di Vladimir Luxuria, un personaggio che non ha bisogno di molte presentazioni. Luxuria, al secolo Wladimiro Guadagno, ha aperto la questione parlando della propria esperienza e provocando il coinvolgimento prima e l'emozione poi di tanti ragazzi e ragazze che erano presenti all'incontro. Qui di seguito le dichiarazioni più importanti di Vladimir Luxuria, raccolte appositamente dalla nostra redazione: "Luxuria è un nome d'arte, di cognome faccio Guadagno. Da bambina, avevo questa voce un po' effeminata. Quando dicevo "presente", a scuola, venivano giù risate e sfottò da parte dei miei compagni. Rientravo al banco ed al ritorno trovavo puntualmente scritta un'offesa o un insulto, sia sui quaderni, sia sui libri. E dietro risate su risate" - ricorda, non senza commozione mista a rabbia. Poi prosegue: "Oggi ho cinquantotto anni. Ho fatto militanza, politica, televisione. Ma ancora oggi io penso - sentendo ridere le persone dietro di me - “ridono di me?” Penso questo perché le ferite di qualsivoglia tipo di bullismo sono così profonde da non essere cancellate. Ho sempre paura che non ridano con me, ma su di me. Ridere deve essere contagioso, perché se ridere provoca pianto allora non è più comicità. Ma omofobia, razzismo, misoginia. La parola omofobia è nata nel ‘68 ma ancora oggi in Italia l’11% della popolazione italiana - una persona su dieci - pensa che l’omosessualità dovrebbe essere un reato. Dobbiamo reagire".

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